Ascolta. Piove

dalle nuvole sparse.

Piove su le tamerici

salmastre ed arse,

piove su i pini

scagliosi ed irti,

piove su i mirti

Divini…

L’appuntamento davanti allo stabilimento termale di Montecatini che si chiama “Tamerici” non potevano che richiamarmi alla mente le poesie del vate: Gabriele D’Annunzio con versi ricchi di musicalità e sentimento. La pioggia nel pineto, fa parte di una lirica “L’Alcyone”, una raccolta di poesie del Vate, che D’Annunzio scritte tra il 1902 e il 1912 proprio nel periodo di costruzione dello stabilimento termale a opera dell’architetto Giulio Bernardini.

La location è di quelle da togliere il fiato per la bellezza, ma in zona è tutto un susseguirsi di capolavori che si rischia che questi passino inosservati e non capiti così come è la commistione di più stili e materiali. Le piastrelle policrome di gres rendono il palazzo-castello delle Tamerici una struttura altamente suggestiva, fa da testimone ad una iniziativa sportiva a livello internazionale.

Il Parkrun questo appuntamento del sabato mattina probabilmente non è mai ben decollato, anche complice la pandemia, ma promette di offrire, se il turismo riprenderà a far girare la ruota dell’economia, grandi opportunità.

La ricetta è semplice e come abbiamo detto probabilmente sotto utilizzata da chi veramente potrebbe godere a pieno dell’iniziativa, ovvero il turista/podista straniero che in visita alla città sa di poter trovare un luogo sicuro dove potersi allenare. Questa mattina sono una dozzina di podisti locali sotto l’egida della Montecatini Marathon, col comandante/presidente Antonietta Schettino, scappata un attimo dalla sua attività di parrucchiera, sempre presente per dare il via.

Poi è obbligatorio visitare l’interno di questa antica struttura termale e stupirsi davanti alla bellezza della vecchia Sala di mescita con banchi istoriati e splendide maioliche con i putti di Galileo Chini. Grandi saloni col soffitto a cassettoni ed un magnifico lucernario.

Che dire poi dello stupendo giardino con la fontana delle Naiadi scolpita da Mario Rutelli. Insomma si corre veramente nella storia e nell’arte, ma è proprio la corsa, ovvero l’andare veloce, che però ci porta in contatto con cose che hanno veramente bisogno di un momento di pacata riflessione per essere gustate.

Speriamo veramente che questo Parkrun porti tanti appassionati dello sport a anche a conoscere un patrimonio artistico che purtroppo resta nascosto ed inutilizzato.